Quella
chiocciola antica inventata dagli italiani
di DARIO OLIVERO
La Repubblica
(28 luglio 2000) |
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C'è
chi dice "chiocciola", chi dice "chiocciolina",
chi fa l'esperto e dice "at", in inglese. Tutti riconoscono
quel simbolo che sta in mezzo a un indirizzo di posta elettronica:
la @. Ma da dove viene? Chi ha pensato di utilizzarla facendola
diventare uno dei caratteri più importanti della Rete? Perché
scegliere proprio quel simbolo? E, soprattutto, chi l'ha inventato?
La risposta a tutte queste domande ci riporta indietro di almeno
cinque secoli. La chiocciola, tracciata esattamente con quello stilema
compare in alcuni scritti del '500. Sono scritti commerciali, lettere
mercantili. E sono italiani. Veneziani, per essere precisi. Come,
dalla fiorente economia della Serenissima, passando attraverso l'impero
navale inglese e sfiorando il mondo arabo e la Spagna, la chiocciola
sia sbarcata su Internet, è un viaggio che ha scoperto Giorgio
Stabile, docente di Storia della scienza dell'Università
"La Sapienza" di Roma.
Stabile,
curando una raccolta fotografica per l'Istituto Treccani che dovrà
contenere tutti i fatti salienti del secolo, ha approfondito le
origini di molti degli aspetti delle nuove tecnologie. Tra questi
non poteva mancare Internet né la rivoluzionaria svolta nelle
comunicazioni che ha impresso l'avvento della posta elettronica.
Ed ecco quindi la ricerca delle origini di quello strano segno presente
sulle tastiere dei pc di tutto il mondo.
Professore,
come è incominciata la ricerca? "Dal mondo anglossassone.
Nei caratteri tipografici del secolo scorso, la @ assume il significato
di at a price of, al prezzo di. Un simbolo squisitamente commerciale".
E' stato questo l'indizio che ha dato l'input alla ricerca a ritroso
attraverso il tempo. Simbolo commerciale, dunque. Quindi, racconta
Stabile, bisognava cercare in quella direzione l'antenato che ha
consentito al mondo anglosassone di poterlo utilizzare. "Nessun
simbolo nasce dal nulla e nessun simbolo viene scelto a caso",
dice il professore.
Allora,
grazie a un paio di dritte della Scuola paleografica romana, Stabile
ha consultato una raccolta di documenti mercantili italiani di proprietà
dell'Istituto internazionale di storia ecomomica "Francesco
Datini" di Prato, curata da Federigo Melis. Bingo. Seguendo
questa pista, Giorgio Stabile è arrivato a scoprire che la
@ rappresentava un'icona dei mercanti italiani (soprattutto veneziani),
che la utilizzavano come abbreviazione commerciale dell'anfora,
unità di peso e capacità dalle origini antichissime.
Due
indizi non fanno una prova. E allora ecco il terzo che conferma
l'universalità di quel simbolo. Stabile ha fatto un altro
passo indietro. Anno 1492 (agli appassionati di coincidenze non
sfuggirà questo aspetto): un dizionario spagnolo-latino traduce
la parola "arroba" con "anfora" e cioè
dimostra che le due unità di misura sono conosciute sia nel
mondo arabo ispanico che in quello greco-latino.
Ma
allora professore come si è arrivati da questa accezione
commerciale a quella del ciberspazio? "Merito di Ray Tomlinson,
un ingegnere americano. E' uno dei padri di Internet, è stato
il primo a individuare un sistema di posta elettronica da utilizzare
su Arpanet, l'antenato del Web. Gli serviva un simbolo da inserire
tra il nome del destinatario e il percorso per arrivare al server
dove questo era ospitato. Era l'inizio degli anni Settanta. Tomlinson
se l'è trovato sulla tastiera perché, come abbiamo
detto, gli anglosassoni hanno continuato a servirsene con l'accezione
di at price of. Ed ecco risolto il mistero".
Insomma,
si potrebbe tranquillamente sostituire l'espressione "chiocciola"
con l'espressione "anfora"? "Sì, volendo.
Ma al di là della diffusione del simbolo nel mondo arabo,
non dimentichiamo il merito degli italiani. A proposito, ho il sospetto,
ma ho bisogno di tempo per approfondire la ricerca, che questo simbolo
possa essere stato utilizzato anche da Leonardo da Vinci. Vedremo".
Tratto da: Documenti
per la storia ecnomica dei secoli XIII-XVI. Con una nota di paleografia
commerciale a cura di Federigo Melis, Firenze Olshki, 1972

ORIGINALE
Tratto da: Documenti
per la storia ecnomica dei secoli XIII-XVI. Con una nota di paleografia
commerciale a cura di Federigo Melis, Firenze Olshki, 1972
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