Archive for ottobre 8th, 2020

3 novembre – incontro GdL

DUE ROMANZI LE SONO SERVITI A PRENDERE LE MISURE. POI, VIOLA ARDONE HA COMINCIATO A LAVORARE A UNA STORIA DIMENTICATA TROPPO IN FRETTA. QUELLA DI TANTI BAMBINI DI NAPOLI, DEL SUD DELL’ITALIA USCITO DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE CON LE STIGMATE DELLA MISERIA E DELLA FAME IMPRESSE NELLE PROPRIE CARNI, CHE VENIVANO OSPITATI PER LUNGHI PERIODI DA FAMIGLIE DELL’EMILIA-ROMAGNA, DELLE MARCHE. UN PROGETTO ORCHESTRATO DAL PARTITO COMUNISTA E DALL’UNIONE DONNE ITALIANE, CHE PRESE FORMA TRA IL 1946 E IL 1952. COINVOLGENDO RAGAZZINI DI STRADA, SENZA GENITORI, OPPURE RIMASTI DA SOLI CON LA MAMMA SENZA PAPÀ.

Da quella storia, da un’appassionata ricerca, ha preso forma “Il treno dei bambini”, che è diventato subito un caso letterario internazionale. Tanto che il romanzo di Viola Ardone, napoletana, docente in un Liceo scientifico, che ha debuttato da scrittrice nel 2012 con “La ricetta dei cuori in subbuglio”, seguito nel 2016 da “Una rivoluzione sentimentale”, ha conquistato i più qualificati editori presenti alla Buchmesse di Francoforte l’anno scorso. I diritti di pubblicazione sono stati acquistati da ben 19 Paesi sparsi nel mondo, dagli Stati Uniti alla Cina. E perfino il cinema ha messo gli occhi addosso a questa storia intensa e bellissima.

La guerra è finita da un anno appena quando Amerigo Speranza deve abbandonare all’improvviso la sua misera casa, il rione di Napoli dove ha imparato a difendersi dalla vita, la mamma che non sa mai regalargli una carezza, ma fa l’impossibile perché la sua adolescenza non si accorga troppo dell’assenza del padre, della quotidiana scarsità di cibo, dei vestiti rattoppati come può. Assieme a migliaia di altri bambini viene caricato a bordo di treni lanciati verso il Nord. Verso un’Italia che ha accettato di condividere quel po’ di carne, di pasta, di pane in più che può portare in tavola con chi, ogni giorno, deve fare i conti con i tormenti della fame. Con la triste abitudine di abbandonare presto la scuola, per imparare le regole che governano il mondo seguendo il duro decalogo della strada.

Ma il viaggio del “Treno deo bambini” sarà tutt’altro che una scampagnata. Perché è organizzato dalle strutture del Pci. Perché l’Italia è ancora profondamente ferita dalla guerra civile che ha contrapposto i fascisti irriducibili e i partigiani. Perché c’è chi va in giro a dire che la democrazia ha scalzato la monarchia imbrogliando i conteggi dei voti nei seggi elettorali. E la propaganda vocifera, senza troppi complimenti, che i ragazzini finiranno dritti dritti in qualche postaccio dell’Unione Sovietica. Sempre che i comunisti cattivi non se li mangino prima.

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