Gruppo di lettura – 27 giugno 2023
Di cosa tratta La portalettere?
Ispirata a una storia vera di cui la scrittrice trovagli indizi nelle carte di famiglia, La portalettere è sia la vicenda di una donna straordinaria sia un romanzo storico in cui eventi, sentimenti e citazioni letterarie si intrecciano perfettamente, dando vita a personaggi, storie, segreti svelati e altri che tali rimarranno sempre.
Anni 30.
Anna, conosciuto Carlo nella sua Liguria, si trasferisce, con il loro figlio di un anno, Roberto, a Lizzanello, un paese (inventato ma verosimile) del Salento.
La protagonista è estremamente convincente, realistica, imperfetta eppur eroica.
Diffidente verso un Sud che non conosce e le pare retrogrado, si concede il vezzo di intercalare frasi in italiano con espressioni in francese. Ma è anche additata da tutti i nuovi compaesani, animati dalla medesima diffidenza, e lacerata da tormenti interiori, soggetta a tradimenti che mai immaginerebbe, ma la accomunano alle altre donne.
Essere donna è, all’epoca, aderire ad un ruolo preciso che si realizza nell’essere moglie e madre accudente, estranea alla cultura e alla politica e più interessata ai pettegolezzi, spesso impietosi e falsi.
Ma Anna non sta al gioco: parla chiaro, non abbassa lo sguardo, rivendica la sua libertà e la sua indipendenza.
Scatenando lo stupore e l’indignazione nel paese, ottiene il posto, rimasto vacante, di portalettere: prima a piedi, poi in bici, lavorerà con passione, non limitandosi a smistare e consegnare corrispondenza.
Lèggerà e risponderà per chi non è capace, porterà notizie da quanti sono lontani al fronte o impegnati per lavoro in America, troverà stratagemmi per far comunicare amanti che devono rimanere incogniti, accetterà caffè anche da chi è emarginato, concedendosi una pausa se le consegne non sono eccessive.
E, giunto il momento del referendum sul diritto di voto alle donne, avrà parte attiva, militando nel partito comunista, che non tradirà nemmeno quando il marito sarà sindaco per la Democrazia Cristiana.
Ma la storia non termina qui: fonderà una casa delle donne per accogliere orfane, ragazze abusate, ragazze madri, ex prostitute: tutte povere e disperate senza istruzione.
Allestirà un’aula, camere da letto, laboratori vari, una cucina e un orto, cercando e riuscendo a rendere le ospiti scolarizzate, consapevoli del proprio valore di persone e donne, pronte a essere economicamente autonome attraverso l’apprendimento di un mestiere.
Ma questa non è solo la storia di Donna Anna, colei a cui il vino del marito è dedicato, ma soprattutto di un reticolato di amori segreti, negati, sospirati, traditi.
Amori che infiammano, lacerano, che sono fatti di carne o solo di poche parole e molti sguardi e che portavo, a volte, alla rovina.
Storie di un tempo, quando un consorte era per sempre, quando un figlio fuori dalle nozze era una vergogna, quando nell’amare una donna rischiava sempre di più, perché per lei non era previsto il perdono e si sa, i masculi, peggiorano, tradiscono, scappano, ma le mogli, se non malafemmine, sopportano, da vere matriarche.
Se non tutti sono uguali, in questo intreccio nessuno può dirsi del tutto innocente, privo di tentazioni, ideali, notti insonni fra libri, conti e impeti di passione.
Perchè leggere La portalettere?
La portalettere è un romanzo storico che rivela una ricerca e una documentazione storica ineccepibile, un piglio narrativo che si concentra sul ruolo delle donne nel Novecento, ancor prima della creazione del movimento femminista, e che coinvolge il lettore con storie parallele alla temperie politica e alla citata emancipazione.
Storie di donne e uomini, di sentimenti sfumati e contrastanti, di amori tossici e altri mai respirati, di partenze e ritorni, di bugie che crescono sotto il naso di tutti, del dovere di salvaguardare l’onore prima di concedersi la libertà di essere se stessi.
Un libro appassionante, con personaggi delineati e convincenti proprio nel loro sbagliare eppur continuare ad avanzare, perchè la vita è uno scambio di missive con il destino. A volte le lettere arrivano a destinazione troppo tardi, a volte nel momento giusto.
L’importante è avere il coraggio di scrivere un’indizio di verità.