Archive for ottobre, 2024
4 dicembre 2024 – incontro gruppo di lettura
Le montagne sono donne immense, eppure tante portano nomi di uomini.
«Una strangera.» Fu quell'uomo a chiamarmi così per la prima volta, e avrei voluto rispondere ciò che avrei detto a tutti gli altri in seguito, che lì in montagna io ero straniera esattamente quanto loro.
Prendere la propria vita e andare – per capire se stessa, trovare un futuro, non scendere più ma restare. Sono questi i motivi per cui, una mattina di maggio, Beatrice lascia Torino per trasferirsi tra le montagne. Quelle montagne che, ne è certa, sono donne anche se spesso recano nomi maschili. Donne come lei, che appena arrivata al rifugio del Barba, un uomo burbero dal passato misterioso, si sente respinta, in quanto fumna e strangera.
Marta Aidala ha il coraggio di una voce limpida che lascia parlare i gesti e gli accadimenti, i rumori del bosco, gli odori, la luce di un cielo alto sopra le cime. E sa raccontare nei dettagli più concreti una nuova epica, quella di una ragazza che va dietro alla propria libertà nonostante le esitazioni e le paure, una ragazza che cerca se stessa nei sentieri e tra gli uomini di montagna, in un mondo che sente suo anche se le vecchie tradizioni la guardano con diffidenza. Con timore e curiosità, come la guarda Elbio, il giovane malgaro con cui Beatrice instaurerà un legame profondo, fatto di ritrosie e slanci, in quell'intimità fragile e struggente che c'è tra due persone che si specchiano e si riconoscono. Quando l'estate finisce Beatrice però decide di non seguire Elbio a valle, rimane invece assieme al Barba in rifugio, luogo che ora, forse, sente di poter chiamare casa. Ma l'inverno senza neve le rivelerà una montagna inaspettata, spingendola a rimettere tutto in discussione, e interrogandola ancora una volta sul suo futuro, sulla persona che vuole essere e sui luoghi a cui sente di appartenere.
https://gdlleparole.wordpress.com/2024/10/31/incontro-4-dicembre-2024/
In lettura – incontro 30 ottobre 2024
Emilia e Bruno cercano un rifugio dal proprio passato. Ma è davvero possibile riuscire a sottrarvisi?
Quando si è stati toccati dal male, spesso si sceglie la solitudine credendo che ci protegga e scoprendo che invece è un ulteriore castigo. È per questo che Emilia si è sepolta a Sassaia, un piccolo borgo tra le montagne dove spera di dimenticare ciò che le è costato anni di carcere. Ed è per questo che Bruno, schivo e solitario, in quel buco ci è rimasto: per dimenticare il male che ha subito e che non riesce a guarire. Lui è una vittima, lei una colpevole, due anime ferite che la vita unisce come per spronarle ad andare oltre: ad assolversi per il male fatto e per quello ricevuto, perché il peggiore dei mali è non saper perdonare e perché anche in un cuore nero c’è qualcosa di buono da salvare. Una storia di condanna e di salvezza, animata da due protagonisti fragili e umanissimi.