9° incontro – 15 maggio 2014

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Qualche notizia relativa all’argomento e ai pittori di cui si parlerà nel prossimo incontro.

(Modificata la data dell’incontro)

 

Marc Chagall

Foto di Marc Chagallil cui vero nome era Moishe Segal nasce a Liosno, presso Vitebsk nella odierna Bielorussia il 7 Luglio 1887, primo di sette figli in una famiglia ebrea molto unita.

Dal 1906 al 1909 studia pittura, prima a Vitebsk, poi alla Scuola della Società Imperiale per la Difesa delle Belle Arti di Pietroburgo, dove è allievo anche di Léon Bakst.

Per vivere a Pietroburgo, gli ebrei dovevano essere muniti di un permesso di soggiorno e Chagall, per mantenersi, era costretto a lavori d’ogni genere, finendo persino in prigione.
Marc Chagall
Nel 1910, grazie ad un viaggio finanziato da un mecenate, si trasferisce a Parigi, dove conosce le nuove correnti pittoriche e di pensiero, interessandosi particolarmente al Fauvismo ed al Cubismo.

Negli ambienti artistici d’avanguardia frequenta pittori ed intellettuali, conosce, tra gli altri, Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Cendrars e Leger.

Lo stile di Chagall è già indirizzato alla scomposizione delle immagini realizzate in chiave onirica e fantastica, tenendo conto degli insegnamenti del fauvismo e del cubismo.
Nel 1912, a soli 25 anni, Chagall espone sia al Salon des Indépendants a Parigi, che al Salon d’Automne di Berlino.

Il mercante d’arte berlinese Herwarth Walden nel 1914 gli allestisce una personale nella sua galleria Der Sturm, mentre Chagall è tornato in Russia a Vitebsk per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Dipinto di Marc Chagall  Il carro volante 1913

Marc Chagall, che lavora in una fabbrica di armi, nel 1915 si sposa e l’anno dopo diventa padre della piccola Ida.

Durante gli anni della guerra Chagall, riprende la dura cronaca del presente trasfigurandola in un sogno, dove sovrappone fantasie popolari, violinisti solitari e figure volanti sul villaggio natale ed espone le sue opere a Mosca e Pietroburgo.

Nominato Commissario alle Belle Arti dell’amministrazione regionale di Vitebsk, fonda l’Istituto d’Arte Moderna, di cui rimane direttore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.

Marc Chagall si trasferisce a Mosca con la famiglia, insegna disegno alla Scuola per gli orfani di Guerra a Malazhovka e, dopo la prima esposizione di Arte Rivoluzionaria a Pietrogrado, il Governo Russo compra 12 suoi quadri.

http://www.settemuse.it

Oltre 220 opere saranno in mostra a Palazzo Reale di Milano, dal prossimo 17 settembre 2014 al 18 gennaio 2015. In attesa della più grande retrospettiva che l’Italia abbia mai dedicato a Marc Chagall.

8° incontro – 20 marzo 2014

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Kazimir Severinovič Malevič

Kasimir Malevic (1878 – 19359) , fondatore del movimento artistico chiamato Suprematismo, è uno dei più importanti precursori dell’arte astratta. Nonostante ora sia considerato uno dei pilastri dell’arte moderna insieme a Picasso, Duchamp, Mondrian e Kandinsky è stato, per più di metà del diciannovesimo secolo, un artista sconosciuto. La sua vita e la sua arte sono state per lungo tempo avvolte nel mistero rendendolo l’artista con la personalità più complessa ed affascinante del nostro tempo.
L’arte per Malevic è un mezzo di profonda trasformazione e di ricerca, non ornamento e decorazione. Malevic è alla ricerca di una nuova immagine del mondo ed il Suprematismo diventa lo strumento più adatto per “il rinnovamento della vita”. Il suo interesse non si rivolge più esclusivamente alla pittura, ma anche verso l’architettura e le arti applicate. Il risultato sono gli Achitektony, elementi modulari per una futura architettura dello spazio “il suprematismo architettonico” e le tazze e teiere in porcellana bianca decorate con la geometria espressiva del Suprematismo.
Per sottolineare il carattere filosofico della propria concezione dell’arte, Malevic produce una grande quantità di scritti a sostegno della sua posizione. L’arte non è solo “arte”, ma è un “pensiero”; infatti, egli scrive: Il pennello è ribelle e non può penetrare nella sinuosità del cervello, la penna è più acuta.

Suprematismo
Movimento artistico russo creato da Kasimir Malevic intorno al 1913 e teorizzato dapprima sul manifesto (scritto da Malevic in collaborazione con il poeta Majakovskij), poi nel suo saggio del 1920 Il Suprematismo, ovvero il mondo della non rappresentazione. Il Suprematismo resta legato essenzialmente al nome del suo iniziatore, anche se i riflessi della sua poetica andarono al di là dei dipinti e modelli architettonici dell’artista. Nel clima formalista dell’avanguardia russa, Malevic sosteneva che l’artista moderno doveva guardare a un’arte finalmente liberata da fini pratici e di rappresentazione e lavorare sulla base del riconoscimento della “supremazia della sensibilità pura negli arti figurative”. La critica del concetto di imitazione della natura, comportava il superamento delle forme illusorie, in vista del raggiungimento del “nulla liberato”, del mondo non oggettivo al di là del tempo e dello spazio sensoriale. Col dipinto Quadrato nero su fondo bianco (1915, Museo di Stato Russo di San Pietroburgo) Malevic diede il primo progetto di riconoscimento di alcune forme “assolute”, libere da ogni descrittivismo naturalistico, fino all’azzeramento radicalmente puro dei monocromi (Quadrato bianco su fondo bianco, 1919, Museum of Modern Art, New York). Il suprematismo, che nel contesto delle avanguardie russe intorno al 1920 si è confrontato con il costruttivismo, con reciproche influenze, rappresenta una delle principali articolazioni dell’astrattismo degli anni Dieci del Novecento.

http://www.intothefashion.com/2012/09/inspiration-kazmir-malevic-gabriele.html
Uno dei nuovi talenti italiani Gabriele Colangelo ha presentato per SS | | 2013 una splendida collezione ablocchi di colori  [a destra] ispirato alla poesia geometrica del artista Kazmir Malevic (Suprematismo) [a sinistra].

7° incontro – 20 febbraio 2014

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NEOPLASTICISMO

Movimento artistico sviluppatosi nei Paesi Bassi a partire dal 1917 e basato sui principi teorici della plastica pura formulati da P. Mondrian e divulgati da Th. Van Doesburg attraverso la rivista De Stijl, nel cui nome si incarnano i concetti informatori e le fortune del movimento. La ricerca neoplastica muoveva da proposte del cubismo facendo propri anche i motivi della ricerca astratta per definire un nuovo vocabolario formale basato sulla semplice combinazione geometrica e sull’intimo equilibrio di rapporti tra linea e colore, definiti mediante ritmi di rettangoli e blocchi cromatici. Così inteso, il neoplasticismo realizzò la liberazione della forma naturale dalla particolarità espressiva, obiettivo che fu proprio delle esperienze pittoriche e architettoniche della corrente del purismo. Essenziale alla formazione e agli sviluppi del neoplasticismo olandese fu l’incontro a Laren tra Mondrian e Van Doesburg nel 1916-17, epoca in cui Mondrian tentava di razionalizzare il cubismo in quella ricerca di astrazione pura intesa a sfruttare i rapporti spaziali suggeriti da zone dipinte a colori primari alternate ad altre prive di colore. Gli artisti del movimento neoplastico approfondirono e sperimentarono di questi principi e li estesero anche all’architettura e alla nuova concezione urbanistica della città, nel preciso rapporto uomo-ambiente-paesaggio.

(da sapere.it)

Locandina incontro del 20 febbraio 2014 settima lezione

6° incontro giovedi 21 novembre 2013

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FUTURISMO

Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e Severini

Il futurismo è stato un movimento artistico e culturale italiano del XX secolo.
La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.
Il Futurismo nasce in un periodo – l’inizio del Novecento – di notevole fase evolutiva dove tutto il mondo dell’arte e della cultura era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radio, aeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” fra loro i continenti.


Manifesto del Futurismo
Le Figaro – 20 febbraio 1909

  1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
  2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
  3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
  5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
  6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
  7. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
  8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
  9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
  10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
  11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, e le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
Filippo Tommaso Marinetti

(da Wikipedia)

 

5° incontro giovedi 17 ottobre

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DER BLAUE REITER
(Il cavaliere azzurro)
da Vasilij Kandinskij a Paul Klee

“Der Blaue Reiter” (Il cavaliere azzurro o Il cavaliere blu) fu un gruppo di artisti formatosi a Monaco di Baviera nel 1911 e attivo fino al 1914 ovvero fino allo scoppio della prima guerra mondiale che ne causò la dispersione.
Fu il secondo in senso temporale dei due nuclei fondamentali dell’espressionismo tedesco, dopo “Die Brücke” fondato a Dresda nel 1905.
Il gruppo non ebbe un vero e proprio manifesto, ma pubblicava un bollettino che portava lo stesso nome del gruppo e che si caratterizzò sin dall’inizio in senso cosmopolita e interdisciplinare.
L’attivismo di Kandinskij e del suo gruppo lungi dal caratterizzarsi in senso politico (come era accaduto a Die Brucke) si avvicinava piuttosto all’atteggiamento dei Fauves francesi, per un fondamentale senso lirico e gioioso della vita.Il cavaliere azzurro
Il nome, Der Blaue Reiter, ebbe origine dalla passione di Kandinskij per il colore blu e dall’amore di Marc per i cavalli. Per Kandinskij, il blu è il colore della spiritualità, più è scuro e più risveglia l’umano desiderio per l’eterno (si veda il suo libro On the Spiritual in Art, 1911). Kandinskij aveva inoltre creato un’opera d’arte con lo stesso nome (Der Blaue Reiter) nel 1903.

 

4° incontro 20 giugno 2013

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CUBISMO E CUBISMI
(II parte): da La Section d’Or all’Orfismo

(L’immagine rappresenta il diisegno-locandina per una mostra de ‘La Section d’Or’.).

File:Theo van Doesburg Design for a poster.jpgLaSection d’Or nota anche come Groupe de Puteaux o Gruppo di Puteaux, fu un’associazione di pittori e critici d’arte associati ad un ramo del cubismo noto come orfismo (un termine coniato dal poeta francese Guillaume Apollinaire). Con sede nel sobborgo parigino di Puteaux, fu attiva dal 1912 a circa il 1914, arrivando alla ribalta sulla scia della loro partecipazione al controverso Salon des Indépendants nella primavera del 1911.
Il nome del gruppo venne suggerito da Jacques Villon, dopo aver letto una traduzione del 1910 del Trattato della Pittura di Leonardo da Vinci realizzata da Joséphin Péladan. Péladan attribuiva un grande significato mistico alla sezione aurea (in lingua francese Section d’Or) e ad altre simili configurazioni geometriche. Per Villon, questo simboleggiava la sua fede nell’ordine e nel significato delle proporzioni matematiche, perché rifletteva i modelli e le relazioni presenti in natura.
Il Gruppo adottò questo nome per distinguersi dalla definizione più ristretta del cubismo sviluppata in precedenza da Pablo Picasso e Georges Braque nel quartiere di Montmartre a Parigi.
Il carattere intelletuale dei loro lavori sedusse, nel 1912, l’ortodosso Juan Gris.
(tratto da Wikipedia)

3° incontro 23 maggio 2013

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CUBISMO E CUBISMI
(I parte): Picasso e Braque

(L’immagine rappresenta l’opera che prelude il cubismo: Les demoiselles d’Avignon di Picasso del 1907).

Il cubismo è un movimento artistico d’avanguardia che nasce a Parigi attorno al 1907 che genererà movimenti analoghi in musica e letteratura. Nelle opere cubiste il soggetto è spezzato, analizzato e riassemblato in una forma astratta. L’artista tende a ritrarre l’oggetto in un contesto più vario, raffigurandolo da più punti di vista. Lo sfondo e i piani prospettici si compenetrano, creando un ambiguo spazio vuoto caratteristico del cubismo. Gli artisti più influenti di questo movimento sono Pablo Picasso, Fernand Léger, Georges Braque e Juan Gris.

Storia

Il termine cubismo viene fatto risalire ad un’osservazione di Henri Matisse davanti ad un dipinto di un paesaggio, L’Estaque, esposto da Georges Braque al Salon d’Automne del 1908. La frase di Matisse, che parlò di piccoli cubi, fu raccolta dal critico d’arte Louis Vauxcelles che, per primo, usò la parola cubismo in un suo articolo.

L’anno precedente era stata pubblicata una raccolta di lettere indirizzate nel 1904 ad Emile Bernard da Paul Cézanne che, pur non rinunciando mai da parte sua ad applicare le regole della prospettiva tradizionale, aveva parlato della possibilità di vedere le forme naturali sotto l’aspetto di solidi geometrici. La ricerca di Cézanne, creatore dello spazio per via di volumi, si era rivelata fondamentale: la retrospettiva delle sue opere al Salon d’Automne del 1907 aveva colpito profondamente Picasso, Braque e Léger, unitisi ben presto ai primi due. Inoltre l’arte negra, all’epoca di moda a Parigi, negli atelier, poneva l’accento sull’oggetto nella sua essenzialità, indipendente dall’ambiente.

Così, grazie allo studio tenace di Picasso e Braque, vennero gradualmente formandosi i principi fondamentali del cubismo, primo fra tutti quello della rinuncia alla rappresentazione diretta degli oggetti che vanno ricreati, dopo essere stati scomposti negli elementi costitutivi, mediante un’operazione per cui la pittura, appropriandosi i metodi della scienza, diviene strumento conoscitivo e si rivolge direttamente all’intelletto, senza passare attraverso impressioni essenzialmente fisiche. Il pittore cubista cerca di rappresentare simultaneamente sulla tela diversi aspetti del medesimo oggetto, ovvero ciò che conosce dall’oggetto stesso, piuttosto che l’immagine che gli giunge attraverso l’organo visivo.

 

Incontro 18 aprile 2013

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ESPRESSIONISMO
(II parte): Die Brücke (il ponte), da Kirchner a Mueller

Espressionismo tedesco (pittura)
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

L’espressionismo tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke (“il ponte”) da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976), il cui scopo era quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si andrà a definire nell’espressionismo. Altri gruppi come Der Blaue Reiter (“il cavaliere blu”) o Der Sturm (“la tempesta”) contribuiscono alla nascita del nuovo genere pittorico.

Artisti come Franz Marc (1880-1916), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), August Macke (1887-1914), Paul Klee (1879-1940) e Lyonel Feininger (1871-1956) rendono florido il terreno tedesco, avvicinando anche le altre avanguardie storiche dell’epoca.

Caratteri e tematiche
L’espressionismo tedesco nasce dal vissuto degli artisti, è la ricerca dell’emozionale e dello spirituale della realtà che li circonda; le metropoli, la vita di strada, il circo, divengono riflessioni sulla solitudine dell’uomo, sull’alienazione dell’individuo. Il segno incisivo (utilizzato ad esempio da Kirchner nel suo “scena di strada berlinese”) e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Se gli impressionisti cercavano di fissare un’impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l’espressionismo si dedica all’emozione, alla sensualità, al raggiungimento di una soddisfazione interiore per mezzo dell’occhio. La pittura accademica viene abbandonata, per favorire la ricerca della pittura volitiva, infatti la volontà di cambiamento era uno dei principi dell’espressionismo tedesco.

Il movimento del Die Brücke (formatosi a Dresda nel 1905 in contemporanea con i Fauves francesi) tratta temi come il disagio esistenziale, l’angoscia psicologica, la critica all’ipocrisia della società borghese. Munch e Ensor furono fonte d’ispirazione per loro, da essi presero l’idea del grido interiore che portasse in superficie il dolore degli artisti intellettuali dell’epoca. Gli artisti del Der Blaue Reiter (Monaco di Baviera, 1911) evolvono il concetto, portandolo ad una svolta: l’espressione interiore era l’aspetto fondamentale, tale da portare anche al totale rifiuto dalla realtà. Questa visione getta le basi per la nascita dell’astrattismo, del quale Vasilij Kandinskij sarà il padre.

La grande Guerra
Gli espressionisti guardavano alla guerra come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Un conflitto mondiale poteva essere il colpo di spugna da loro desiderato per ricominciare un nuovo stile di vita al termine dell’esperienza bellica; si auspicava la purificazione dell’Europa, il tramonto di tutti gli antichi poteri. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, solo per accorgersi degli orrori della guerra, tali da sconvolgerli al punto di smettere di dipingere.

Dopo la guerra cominciò a prevalere uno stile più realistico dell’espressionismo. Otto Dix (1891-1969), Max Beckmann (1884-1950) e George Grosz (1893-1959) ne erano i protagonisti.