Incontro 24 maggio 2012

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Qualche notizia relativa all’argomento e ai pittori di cui si parlerà nel prossimo incontro.

Impressionismo

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera e altre fonti internet.

L’Impressionismo è un movimento artistico (soprattutto pittorico) nato in Francia, a Parigi, nella seconda metà dell’Ottocento e durato fino ai primi anni del Novecento.
Una precisa esperienza di gusto, un momento caratteristico e storicamente definito, identificano questa tendenza nella civiltà artistica moderna.
Fondamentali per la nascita dell’Impressionismo, nato intorno al 1860 a Parigi, furono le esperienze del Romanticismo e del Realismo, che avevano rotto con la tradizione, introducendo importanti novità: la negazione dell’importanza del soggetto, che portava sullo stesso piano il genere storico, quello religioso e quello profano; la riscoperta della pittura di paesaggio; il mito dell’artista ribelle alle convenzioni; l’interesse rivolto al colore piuttosto che al disegno; la prevalenza della soggettività dell’artista, delle sue emozioni che non vanno nascoste e camuffate, rapidi colpi di spatola, creando un alternarsi di superfici uniformi e irregolari, divenne il punto di partenza per le ricerche successive degli impressionisti.
Un altro importante riferimento, difficilmente inquadrabile, fu Camille Corot, chiamato affettuosamente dai suoi discepoli père Corot (papà Corot), con i suoi paesaggi freschi e semplici, lontani dalle convenzioni.
Nuovi stimoli vennero anche dall’Esposizione universale di Parigi del 1867, dove trovò sfogo l’interesse per l’arte esotica, in particolare quella giapponese. Hokusai e la scuola Ukiyo-e rappresentavano scene di vita quotidiana molto vicine al realismo che andava diffondendosi in Francia e in Europa. Già Baudelaire, alcuni anni prima, aveva distribuito agli amici delle stampe giapponesi, che presto divennero una moda e furono apprezzate e acquistate anche dai pittori impressionisti.
Si deve però ricordare che, nonostante l’allontanamento dalla tradizione, restava il punto fermo della copia delle opere dei grandi del passato, custodite al Louvre.
Infine, importanti novità vennero dalle scoperte delle scienze, come la macchina fotografica e le Leggi sull’accostamento dei colori di Eugène Chevreul: queste furono alla base della teoria impressionista sul colore, che suggeriva di accostare i colori senza mescolarli, in modo tale da ottenere non superfici uniformi ma “vibranti” e vive.

Altre info

Édouard Manet (Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883) Édouard Manet

Egli stesso non ha mai voluto essere identificato col gruppo degli impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni. Questo perché, per tutta la vita, preferì avere un riconoscimento ufficiale davanti allo Stato mediante l’ammissione al Salon, e non attraverso sotterfugi, come lui stesso affermò.
Egli infatti manifestò una decisa posizione in difesa del principio della libertà espressiva dell’artista, con opere che suscitarono scandalo presso i suoi contemporanei, come Colazione sull’erba e Olympia.
A partire dal 1869 si dedicò alla pittura en plein air (“all’aperto”) e le sue uscite ai giardini delle Tuileries, sul retro del Louvre, divennero quasi degli appuntamenti mondani. La sua attività di pittura continuò fino al 1883, l’anno della sua morte.
Il pittore ottenne una grandissima fama e tutt’oggi rimane il più grande interprete della pittura pre-impressionista.

Claude Oscar Monet (Parigi, 14 novembre 1840 – Giverny, 6 dicembre 1926) Claude Oscar Monet

Oscar Claude Monet trascorre l’infanzia a Le Havre. E’ il pittore che, forse più di tutti, rappresenta ai nostri occhi l’impressionismo. Boulevard des Capucines Se Manet é l’anima delle riumioni al “Caffè Guerbois”, Claude Monet lo è all’interno del movimento impressionista.
Nel 1859, s’iscrive all’Académie Suisse di Paris e inizia a frequentare la Brasserie des Martyrs, luogo d’incontro di artisti e intellettuali. Nel 1860 è coscritto e parte per l’Algeria.
Nel 1862, tornato a Parigi, conosce Sisley, Renoir e Bazille. E’ decisivo poi l’incontro con Courbet, di cui studia la tecnica pittorica. Nel 1865 Claude Monet espone per la prima volta al Salon con successo. Nel 1869 dipinge “La Grenouillère”, il suo primo quadro pienamente impressionista. Qui non si tratta del sentimento romantico della natura, né soltanto del plei air tanto caro a lui e ai suoi amici.

Hilaire-German-Edgar Degas (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) Hilaire-German-Edgar Degas

La maggior parte delle opere di Degas possono essere attribuite al grande movimento dell’Impressionismo, nato in Francia verso la fine del diciannovesimo secolo in reazione alla pittura accademica dell’epoca. Gli artisti che ne facevano parte come Claude Monet, Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Mary Cassatt, Berthe Morisot, Camille Pissarro, stanchi di essere regolarmente rifiutati al Salone Ufficiale si erano riuniti in una società anonima per mostrare la loro arte al pubblico.
In genere le caratteristiche principali dell’arte impressionista sono il nuovo uso della luce e i soggetti all’aperto. Gli impressionisti riuscirono a rivoluzionare la pittura, accorgendosi che l’occhio umano non riceve dalla realtà un’immagine dettagliata, ma un insieme di colori che poi la mente rielabora in forme distinte. Così la prima impressione visiva divenne fondamento e scopo dell’impressionismo. Infatti questi artisti, lavoravano “en plein air” (all’aperto), ciò consentiva di riportare subito sulla tela la realtà visiva percepita. La tecnica pittorica consisteva in rapide pennellate di colore, non fissando i dettagli, ma dando un effetto cromatico – luminoso dell’insieme.
Nella scelta dei temi prevalsero le situazioni in cui le vibrazioni luminose erano più percepibili perché accentuate dal movimento. Queste caratteristiche non sono sempre applicabili a Degas: anche se lui fu uno dei principali animatori delle mostre impressioniste, non trova un giusto posto nel movimento che asseriva la libertà di dipingere. Ai dipinti all’aperto egli preferiva «ciò che non si vede più nella memoria». Dirà un giorno a Pissarro: «Voi avete bisogno di una vita naturale; io di una fittizia.»

Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906) Paul Cézanne

«La tesi da sviluppare è, qualsiasi sia il nostro temperamento o capacità di fronte alla natura, riprodurre ciò che vediamo, dimenticando tutto quello che c’è stato prima di noi. Il che, penso, permette all’artista di esprimere tutta la sua personalità, grande o piccola»

(Cézanne, lettera a Émile Bernard, 23 ottobre 1905)

Compie studi regolari iscrivendosi nel 1852 al Collegio Bourbon, ed è qui che incontra Emile Zola, con cui manterrà una amicizia profonda fino al 1886; frequenta anche la scuola di disegno locale.
Vorrebbe recarsi a Parigi a studiare pittura, ma a causa dell’opposizione paterna può realizzare il suo desiserio solo nel 1861.
Il primo soggiorno parigino non è però felice: deluso e amareggiato ritorna dopo alcuni mesi ad Aix, dove si impiega nella banca paterna.
Ma nel novembre del 1862 egli è di nuovo a Parigi, dove frequenta l’Académie Suisse e stringe amicizia con molti dei futuri impressionisti: Pissarro,Monet, Sisley, Renoir ed altri. In preda a una nuova crisi di sconforto ritorna ad Aix nel 1864; da quest’epoca al 1870 alternerà i soggiorni ad Aix con quelli parigini.
Durante la guerra del ’70 si ritira a dipingere a L’Estaque, presso Marsiglia.
Nel 1873 è ad Auvers-sur-Oise, dove dipinge la maison du pendu, che espone l’anno seguente con altre tele, alla prima mostra degli impressionisti.
Le sue opere trovano da parte del pubblico un’accoglienza assai poco incoraggiante, che si ripete anche nel 1877 alla terza mostra impressionista, cui Cézanne partecipa con diciassette dipinti; l’anno seguente segna il suo distacco dall’Impressionismo.
La sua vita è caratterizzata da frequenti spostamenti attraverso la Francia: oltre che ad Aix e a Parigi egli è a L’Estaque, Pontoise, Fontainebleau, Giverny.
L’ ’86 è l’anno della clamorosa rottura con Zola : questi infatti nel suo romanzo ” L’oeuvre ” , prende Cézanne come modello di un pittore fallito.
Qualche anno prima, nell’ ’82, Cézanne ha visto per la prima volta una sua opera accettata al Salon;; nell’ ’87 espone col gruppo ‘Les XX ‘ a Bruxelles, e nell’ ’89, grazie a Chocquet, alla Decennale dell’Arte francese; la sua prima mostra personale, organizzatagli nel ’95 da Vollard, benchè incontri ancora una volta l’incomprensione del pubblico, consolida l’appezzamento della sua opera da parte degli artisti.
Alle soglie del secolo nuovo la sua fama è ormai internazionale espone a Bruxelles , alle mostre degli Indépendants, e, con grande successo, al Salon d’Automne.
Il 15 ottobre 1906, sorpreso da un acquazzone mentre dipinge all’aperto presso Aix, il pittore viene colto da sincope; si spegne, nella sua casa di Aix, il 22 ottobre, all’età di sessantasette anni.

Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919) Pierre-Auguste Renoir

Nato a Limoges (Francia), da Leonard e Marguerite, entrambi sarti, visse dall’età di tre anni a Parigi: nonostante l’interesse per la musica, il padre lo indirizzò alla decorazione della porcellana, spiccò anche in quest’arte. Il padre, nella speranza che diventasse un buon artigiano, gli permise di seguire dei corsi serali di disegno.
Grazie all’aiuto del maestro Charles Gleyre, fu ammesso nel 1862 all’Ecole des Beaux-Artes: qui conobbe Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet, con i quali iniziò presto a recarsi a Fontainebleau per dipingere en plein air.
Grazie a Esmeralda che danza, nel 1864 fu ammesso al Salon: nonostante le successive commissioni ricevute, non era però in grado di mantenersi autonomamente.
Nel 1870 partecipò al conflitto franco–prussiano. Nel 1873 insieme ad altri pittori creò la Società anonima cooperativa di artisti, pittori, scultori, incisori, etc. che nel 1874 organizzò la prima esposizione degli impressionisti presso lo studio del fotografo Nadar.
Tra il 1874 ed il 1877, pur in difficoltà economiche, si dedicò assiduamente alla pittura: risalgono a questi anni alcuni tra i suoi capolavori, come Bal au moulin de la Galette e Nudo al sole.
Risollevate le sue finanze, grazie alla vendita delle sue opere, nel 1881 viaggiò in Algeria e in Italia: qui rimase colpito dai dipinti di Raffaello e dagli affreschi di Pompei.
Nel 1890 si sposò con Aline Charigot, dalla quale ebbe 3 figli: Pierre (1885), Jean (1894) e Claude (1901). Nel 1900 venne insignito del titolo di Cavaliere della Legion d’Onore.

Alfred Sisley (Parigi, 30 ottobre 1839 – Moret-sur-Loing, 29 gennaio 1899) Alfred Sisley

Figlio di un ricco mercante inglese trasferitosi in Francia, Alfred nacque a Parigi, ma per tutta la vita non riuscirà mai ad ottenere l’agognata cittadinanza francese.
Dopo una giovinezza dorata, nel 1870, a causa del conflitto tra Francia e Prussia, il padre fallisce e muore di lì a poco di crepacuore, lasciando la famiglia in una miseria di cui Alfred non riuscirà mai ad allentare la morsa. Nonostante l’aiuto degli amici Impressionisti, egli sarà l’unico membro del gruppo ad essere praticamente ignorato in vita.
Morirà, povero e solo, di cancro alla gola, nel 1899 a Moret-sur-Loing ove s’era ritirato. Beffardamente, un anno dopo uno dei suoi quadri più celebri, L’inondazione a Port-Marly, sarà venduto per una cifra esorbitante: quasi il doppio di quanto l’artista era riuscito a guadagnare in vita.

Jean Frédéric Bazille (Montpellier, 6 dicembre 1841 – Beaune-la-Rolande, 28 novembre 1870) Jean Frédéric Bazille
(Autoritratto 1865-1866, olio su tela)

Proveniente da una famiglia protestante agiata, si reca a Parigi a studiare medicina, facoltà che abbandona presto per dedicarsi, con la disapprovazione dei genitori, alla pittura, influenzato dalla pittura di Eugene Delacroix. Nel 1862 viene in contatto con Monet, Renoir e Sisley, i migliori membri del movimento impressionista, che aveva conosciuto frequentando lo studio del maestro Charles Gleyre a Parigi. Le stanze dello studio di Bazille, situato a Batignolle, diventano ben presto punto di incontro per questi artisti. Il nome iniziale per gli impressionisti fu, appunto per questo, “Scuola di Batignolle”.
Durante i suoi soggiorni annuali a Meric, sulle rive del Lez, presso la villa di famiglia, maturò il suo stile. Qui dipinse La robe Rose nel 1864, risultato della volontà di voler conciliare le tesi impressioniste con le regole della pittura classica. Nello stesso luogo, dipinge anche La vue de village: Castelnau, qualche anno più tardi. Quest’opera presenta una struttura molto simile a La robe Rose. La sua maggiore conquista a livello artistico fu quella di aver saputo fondere in un’unica immagine la figura umana con il paesaggio.
I programmi per la prima mostra impressionista indipendente furono interrotti dallo scoppio della guerra franco-prussiana nel 1870-1871. Bazille si arruola volontariamente nell’esercito in un reggimento di Zuavi, contro le richieste degli amici pittori. Poco dopo, durante la sua prima battaglia al fronte a Beaune-la-Rolande, venne ucciso all’età di soli 29 anni.

Jacob Camille Pissarro (Charlotte Amalie, 10 luglio 1830 – Parigi, 13 novembre 1904) Jacob Camille Pissarro

Dapprima commesso nella bottega di merciaio del padre, ed avendo una grande passione per il disegno, appena poté scappò di casa alla volta del Nicaragua, dove eseguì i suoi primi dipinti per pagarsi il viaggio per l’Europa. A Parigi frequenta l’École des Beaux-Arts e studia le opere di Gustave Courbet, Charles-François Daubigny, e Jean-Baptiste Camille Corot, che lo colpiscono in modo particolare.
Dal 1859 inizia a frequentare l’Académie Suisse, dove conosce Claude Monet. Si reca a dipingere en plein air (all’aperto) nei piccoli paesi di periferia e lungo i fiumi. Nello stesso anno partecipa per la prima volta al Salon con un paesaggio di Montmorency.
Nel 1861 diventa amico di Paul Cézanne e Guillaumin. Nel 1861 e nel 1863 viene rifiutato al Salon; per questo decide di esporre al Salon des Refusés.
Come molti altri pittori, è un assiduo frequentatore del Café Guerbois, il locale di Batignolles dove si tengono accese discussioni sull’arte.
Per il suo carattere aperto e conciliante, il suo aspetto simile ad un profeta con la lunga barba bianca, e gli incoraggiamenti che sapeva infondere nei giovani artisti (fu lui, infatti, a scoprire il genio di Van Gogh), venne visto da tutti gli impressionisti come l’anima che seppe mantenere unito il gruppo per tanti anni.

Eugène Boudin (Honfleur, 12 luglio 1824 – Deauville, 8 agosto 1898) Eugène Boudin

Nel 1835 si trasferisce a Le Havre, dove lavora come apprendista presso una tipografia, riuscendo poi ad aprire un negozio di colori e dedicandosi alla pittura.
Nel 1848 compie un lungo viaggio nella Francia settentrionale e nelle Fiandre, approfondendo gli studi sulla tecnica pittorica.
Nel 1850 Eugène Boudin ottiene una borsa di studio comunale che gli permette di studiare a Parigi, sotto la guida di Constant Troyon; questa esperienza gli consente di affiancare una solida formazione tecnica alla sua gioiosa passione nel dipingere la natura.
Nel 1855 torna a Le Havre e si specializza nei paesaggi della costa del Nord, ispirati a Camille Corot, il quale soprannomina Boudin il “re dei cieli”, sottolineando la pregevole tecnica con cui dipinge le nuvole e le sfumature di azzurro che occupano buona parte dei suoi quadri.
Proprio in quegli anni Eugène Boudin conosce Gustave Courbet, Claude Monet e Johan Barthold Jongkind.
In effetti è proprio il nuovo atteggiamento del pittore verso la natura e il paesaggio a permettere la straordinaria rivoluzione operata dagli impressionisti, che ne assimilano sia le innovazioni stilistiche sia lo spirito.
Monet stesso confesserà: “Se sono diventato pittore lo devo a Eugène Boudin. È a lui che devo l’educazione definitiva del mio occhio”.

Berthe Marie Pauline Morisot (Bourges, 14 gennaio 1841 – Parigi, 2 marzo 1895) Berthe Marie Pauline Morisot

Ha 2 sorelle, e con una di queste, Edma, si trasferisce a Parigi per studiare pittura. I genitori, in particolare il padre, importante funzionario statale, le insegnano a disegnare e la incoraggiano a seguire gli studi artistici, accogliendo volentieri i suoi amici pittori, tra cui Edgar Degas.
Berthe mostra un notevole talento, ma non potendo essere accettata all’École des Beaux-Arts in quanto donna, studia privatamente nello studio del pittore accademico Joseph Guichard, che la presenta a Corot, sotto la cui guida impara a dipingere all’aperto.
Nel 1864 è ammessa al Salon e vi partecipa regolarmente fino al 1873.
Nel 1868 conosce Édouard Manet, il quale le chiede di posare per lui: nel corso degli anni le dedicherà undici ritratti.
Il suo stile iniziale risente dell’influenza di Corot, ma col tempo l’amicizia con Manet l’avvicina allo stile impressionista.
Il suo tratto diventa più sciolto, dando un’impressione di immediatezza e di spontaneità.
Nella sua tavolozza prevale il bianco, talvolta arricchito da decise pennellate di colore intenso e vivace, che risalta sul fondo scuro e le permette di realizzare delicate opalescenze; per aumentare questi effetti di luminosa trasparenza, Berthe unisce spesso i colori a olio agli acquerelli.
Nella sua vita, Berthe Morisot, come le altre artiste del periodo, ha dovuto lottare contro i pregiudizi di chi trovava disdicevole per una donna la professione di pittrice, tanto che, nel suo certificato di morte, sarà identificata come “senza professione”.
I pregiudizi del tempo, con conseguenti difficoltà a dipingere all’aperto o in luoghi pubblici, la rendono indifferente ed estranea alle questioni sociali che agitano la vita parigina in quei decenni; Berthe è quindi portata a dipingere interni e scene domestiche, con donne eleganti della media e alta borghesia ritratte in casa o in giardino, in varie ore della giornata.

Jean-Baptiste Armand Guillaumin (Parigi, 16 febbraio 1841 – Orly, 26 giugno 1927) Jean-Baptiste Armand Guillaumin

Nato a Parigi, lavorò come commesso in una merceria prima di iscriversi nel 1861, grazie ad una vincita alla lotteria, all’Académie Suisse dove incontrò Paul Cézanne e Camille Pissarro. Pur non raggiungendo mai la notorietà dei due amici, Guillaumin ebbe una profonda influenza sulla loro arte: Cézanne stesso tentò alcuni dei suoi lavori più innovativi dopo aver visto alcune prove dell’amico in riva alla Senna. Guillaumin espose al Salon des Refusés nel 1863 e divenne amico di Vincent van Gogh, il cui fratello Theo si occupò spesso della vendita di alcuni suoi quadri. Apprezzato per l’intensità dei suoi colori, fu ricercato da molti musei, anche all’estero: le sue opere più note sono le vedute di Parigi, della zona di Creuse e della regione presso Les Adrets-de-l’Estérel, vicino alle coste della Provenza.

2 pensieri su “Incontro 24 maggio 2012

  1. Complimenti vivissimi. Siete una associazione vivacissima, e non ho parole per esprimere il mio stupore.
    Mi fa solo rabbia vedere che, in un panorama anche locale talmente arido e privo di iniziative, le vostre attività non siano abbastanza conosciute.
    Faro’ del mio meglio per pubblicizzarle al massimo.

  2. State facendo un lavoro eccezionale. Mi Fa solo molta rabbia che, in un panorama anche locale estremamente arido e privo di iniziative culturali, le vostre attività non abbiano abbastanza visibilità.

    E’ un vero peccato.
    Spero di essere presente il 24.
    Cordiali saluti

    Paolo Peverelli, via Togliatti, 24 – MONTE PORZIO PU

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