Incontro 21 giugno 2012

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Qualche notizia relativa all’argomento e ai pittori di cui si parlerà nel prossimo incontro.

Post-Impressionismo

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera e altre fonti internet.
Dopo il breve periodo della pittura impressionista, ad iniziare dallo stesso Cézanne, nell’arte di tutta l’Europa si profilano inedite tendenze in veloce maturazione e si compongono nuovi gruppi di pittori, la cui eterogeneità riguarda anche i Paesi di origine. Si incominciano ad evidenziare anche personalità singole con stili originali e con forti peculiarità.
Il Post-impressionismo non è un movimento vero e proprio e il suo termine viene usato convenzionalmente per indicare le svariate esperienze pittoriche, nate e sviluppatesi dopo l’Impressionismo. Fu coniato dal critico d’arte Roger Fry in occasione di una manifestazione pittorica svoltasi a Londra nel 1910, nella quale vennero esposte opere di Gauguin, Cezanne e Van Gogh. Tutte queste esperienze, prevalentemente figurative, hanno come comune denominatore l’eredità, più o meno grande, del precedente stile. Tuttavia il post-impressionismo non può essere considerato un ben definito movimento, in quanto i caratteri stilistici che accorpa, sono tra i più svariati.
Possiamo affermare che il Post-Impressionismo è soltanto un termine di definizione per l’individuazione di un ben determinato periodo cronologico, che abbraccia gli ultimi due decenni del 1800 ed i primi anni del 1900. Il fenomeno “Impressionismo” ha portato una grande novità, che si evidenzia nella rivendicazione di un ben definito linguaggio pittorico, ponendo la pittura su un piano completamente diverso dalla realizzazione di altre immagini.
I post-impressionisti non sentono più il bisogno di riflettere la reale consistenza della natura attraverso gradevoli effetti luminosi del colore, ma cercano di rappresentare una visione di essa in modo sempre più soggettivo. Occorre ricordare che, in questo periodo, la nascita della tecnica fotografica mette a disposizione un mezzo che riproduce la realtà in tutti i suoi dettagli, registrando una visione ottica talmente fedele e veloce che nessun artista potrà mai raggiungere. Pertanto questa tecnica si insinua prepotentemente nel mondo dell’arte, in quello specifico campo per cui nacque la pittura, cioè la riproduzione della realtà, e proprio nel periodo in cui la stessa pittura prova ad avvicinarvisi con tutte le valenze dell’Impressionismo.
Risulta evidente che, nel raggiungimento della realtà, la pittura non può competere con la fotografia, quindi si ritrova a svolgere, in questo processo, un ruolo alquanto marginale. All’arte pittorica serve una peculiarità che esuli dalla riproduzione realistica della natura, e per questo, si muovono sia gli impressionisti con la nuova e rivoluzionaria tecnica (accostamento di colori, movimento, attimo fuggente, en-plein-air, dare vita alla natura), sia gli artisti del post-impressionismo, cambiando totalmente le funzioni della pittura, allontanandosi dalla riproduzione e puntando sullo sviluppo della comunicazione.


Georges Seurat (1859-1891), è il pittore che porta alle estreme conseguenze la tecnica pittorica degli impressionisti. Il problema di dar maggior luce e brillantezza ai colori posti sulla tela era già stato impostato da Manet e dagli impressionisti. La loro risposta a questo problema era stato il ricorso a colori puri, non mescolati, così da evitare al massimo le sintesi sottrattive che smorzavano i colori rendendoli privi di luminosità. Georges Seurat intese dare una nuova risposta a questo problema. Egli voleva giungere ai risultati di massima brillantezza utilizzando il «melange optique», ossia la mescolanza ottica.
Negli stessi anni, le ricerche sul colore avevano trovato un notevole impulso scientifico da parte del chimico francese Chevreul. Egli aveva messo a punto il principio di «contrasto simultaneo», secondo il quale se si accostano due colori complementari le qualità di luminosità di ognuno vengono esaltate. La grande novità tecnica della pittura di Seurat furono i puntini. Egli realizzava i suoi quadri accostando piccoli puntini di colori primari. Ne derivava una specie di mosaico che trasmetteva un’indubbia suggestione. Dalla sua tecnica derivò il nome dato a questo stile, definito «puntinismo» o «pontillisme», alla francese. Altro nome che ebbe questo stile fu di neo-impressionismo, a sottolinearne la sua ideale continuazione con l’impressionismo.

Paul Signac nasce a Parigi l’11 novembre del 1863 (muore a Parigi il 15 Agosto del 1935) da una famiglia di commercianti. Questa si trasferisce nei pressi di Place Pigalle, nel cuore di Montmartre, popolata da artisti, modelle e mercanti d’arte, che influiscono sulla decisione di Signac di dedicarsi alla pittura. Cominciò come impressionista, e a Parigi nel 1884 fu tra i fondatori della Société des Independants, esponendo quell’anno al loro Salon. Amico di Seurat, elaborò con lui la tecnica del pointillisme (puntinismo, divisionismo),  caratteristica del Neo – Impressionismo; nel suo studio avevano luogo le riunioni dei Neo-Impressionisti. Nel 1888 fu invitato ad esporre con i Venti a Bruxelles; l’anno dopo si recò ad Arles per visitare Van Gogh, che aveva pure praticato per breve tempo la tecnica divisionista. Nel 1892, per studiare gli effetti cromatici delle vibrazioni luminose sul mare, Signac viaggiò ripetutamente lungo le coste francesi, dalla Bretagna al Mediterraneo; cominciò anche a dipingere in modo che doveva diventare caratteristico del suo stile, e che era una variazioni della tecnica da lui caldamente patrocinata: sostituendo cioè, ai puntini più o meno irregolari di Seurat e degli altri, dei tocchi di colore quadrati, simili alle tessere di un mosaico.

Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) è uno degli ultimi pittori impressionisti. Discendente di una nobile ed antichissima famiglia francese, la sua vita fu segnata, a quattordici anni, da due cadute da cavallo che gli procurarono delle fratture ad entrambe le ginocchia. In seguito le sue gambe non crebbero al pari del resto del corpo, restando egli deforme come un nano. Ciò lo portò a vivere una vita bohemien nel pittoresco e malfamato quartiere parigino di Montmartre. E in questo povero universo di ballerine e prostitute egli svolse la sua arte, prendendo di lì la propria ispirazione. Morì nel 1901 all’età di trentasette anni per problemi di alcolismo. Egli è soprattutto un grande disegnatore, portando la sua arte su un piano che era sconosciuto agli altri pittori impressionisti: quello della linea funzionale. Egli con la linea coglie con precisione espressionistica le forme, i corpi e lo spazio. Non solo. Anche le superfici vengono tutte intessute di linee che si intrecciano a formare suggestivi intrecci.
Questa sua capacità di deformare la linea con grande capacità espressionistica rese la sua opera pittorica densa di suggestioni per i movimenti pittorici successivi. Soprattutto l’espressionismo prese ispirazione da Toulouse-Lautrec ma anche la successiva cultura figurativa liberty che fece della linea la sua principale matrice figurativa. Ed al liberty Toulouse-Lautrec fornì anche un nuovo ambito di applicazione: quello del manifesto d’autore. Egli, infatti, fu il primo pittore ad utilizzare le sue capacità artistiche per la produzione di grafica d’autore, soprattutto in occasione di spettacoli teatrali e cabarettistici.

Vincent Van Gogh (Willem Gogh) (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) Autore di ben 864 tele e di più di mille disegni, tanto geniale quanto incompreso in vita, influenzò profondamente l’arte del XX secolo. Dopo aver trascorso molti anni  soffrendo di frequenti disturbi mentali,morì all’età di 37 anni per una ferita da arma da fuoco, molto probabilmente auto-inflitta In quel momento i suoi lavori erano conosciuti da ben
poche persone e apprezzati da ancora meno. Van Gogh iniziò a disegnare da bambino e continuò a farlo finché non decise di diventare un artista.
Iniziò a dipingere a trent’anni e realizzò molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni della sua vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti di cipressi, rappresentazione di campi di grano e girasoli. La sua formazione si deve all’esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet. Van Gogh trascorse la sua prima età adulta lavorando per una ditta di mercanti d’arte, viaggiò tra L’Aia, Londra e Parigi. Per breve tempo si dedicò anche all’insegnamento; una delle sue aspirazioni iniziali fu quella di
diventare un pastore e dal 1879 lavorò come missionario in una regione mineraria del Belgio, dove ritrasse persone della comunità locale. Nel 1885, dipinse la sua prima grande opera: I mangiatori di patate. La sua tavolozza, al momento costituita principalmente da cupi toni della terra, non mostra ancora alcun segno della colorazione viva che contraddistinguerà le sue successive opere. Nel marzo del 1886, si trasferì a Parigi dove scopre gli impressionisti francesi. Più tardi, spostatosi nella Francia del sud, i suoi lavori furono influenzati dalla forte luce del sole che vi trovò.

Paul Gauguin (Parigi, 7 giugno 1848 – Hiva Oa, 8 maggio 1903) Formatosi, dalla metà degli anni Ottanta, nell’Impressionismo, si distaccò dall’espressione naturalistica accentuando progressivamente l’astrazione della visione pittorica, realizzata in forme piatte di colore puro e semplificate con la rinuncia alla prospettiva e agli effetti di luce e di ombra, secondo uno stile che fu chiamato sintetismo o cloisonnisme, al quale rimase sempre fedele pur sviluppandolo durante tutta la sua vita e portandolo a piena maturità nelle isole dei mari del Sud, quando egli si propose il tema di rappresentare artisticamente l’accordo armonico della vita umana con quella di tutte le forme naturali, secondo una concezione allora ritenuta tipica delle popolazioni primitive. I pittori nabis e i simbolisti si richiamarono esplicitamente a lui, mentre la libertà decorativa delle sue composizioni aprì la via all’Art Nouveau, così come il suo trattamento della superficie lo rese un precursore del fauvismo e la semplificazione delle forme fu tenuta presente da tutta la pittura del Novecento.

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