Shady Hamadi 12 luglio 2011


LA SIRIA RACCONTATA DA UN SIRIANO

inocntro con Shady Hamadi

(locandina)

Voci di anime(Informazioni sul libro)

12 luglio 2011 ore 21.00

P.za Garibaldi

Monte Porzio (PU)


News 4 luglio 2011

Da contatti avuti con Clara Sereni a proposito del suo incontro con il gruppo di lettura nell'ambito degli "incontri con l'autore", lei consiglia la lettura del volume Il lupo mercante al quale tiene particolarmente. Nell'incontro del 13 settembre penso sia giusto proporre questa lettura per completare la serie dedicata a Sereni.

Di seguito inserisco una breve recenzione del libro  "Le Merendanze" in lettura per il prossimo incontro con la sicurezza che possa essere utile a chi si appresta a leggerlo o a chi lo ha gia letto.

Da LeggereDonna, maggio-giugno 2005:
Clara Sereni, Le merendanze, Rizzoli, Milano 2004, pp. 236 € 15. di Clotilde Barbarulli

Storie di cinquantenni colte in un momento d’inquietudine, una forma di bilancio esistenziale, come sospese, a disagio nel ritmo usuale del quotidiano e dei rapporti affettivi, amiche non intime che s’incontrano con l’alterità attraversando la perturbante, con paure e pregiudizi, ma anche con curiosità e disponibilità, e ne escono meno sole, capaci di affrontare “passioni sghembe” e “incontri non scontati”. Ognuna è narrata in momenti che lasciano trapelare incrinature nelle scelte di vita e di lavoro: dalla “metodica organizzazione domestica” di Giulia, alla tenacia di Laura nel contenere il disordine dei figli e del marito (oltre l’ombra della presenza materna), alla rigorosa forse eccessiva indipendenza di Lucilla avvocato, alla difficoltà di essere coppia di Francesca e Caterina.
Cinque donne native ed altre, ragazze-madri, prostitute, migranti, nel timore e nel desiderio del confronto: il progetto di solidarietà creerà uno scarto dal quotidiano che le costringe a mettersi in gioco, ad interrogarsi. La diversità qui non riguarda il disabile, come negli altri libri di Sereni, ma è la diversità, impalpabile, dell’essere donne in certi momenti di fragilità, anche psicologica, è la diversità dello stare insieme all’Altra da sé (la migrante, la lesbica…) con percorsi e provenienze differenti.

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Resoconto 21 giugno 2011

 

Si è parlato del libro  "Casalinghitudine" scelto nella riunione del 24 maggio; la discussione, molto coinvolgente come al solito, ha avuto come punto cardine il rapporto cibo/vita quotidiana nelle diverse forme.
E' stato sottolineato questo modo originale di scrivere un libro, non seguendo una trama precisa ma semplicemente da una o più ricette culinarie ricordare alcuni aspetti della vita della scrittice ad essi legati, di momenti belli o brutti che siano.

In previsione di un appuntamento per settembre prossimo "Incontro con l'autore" Clara Sereni, si è abbandonato il libro che era stato scelto "Conoscere una Donna" di Amos OZ per un successivo incontro e  leggere, per questa estate, le pubblicazioni della Sereni. In particolare "Le Merendanze" come volume base per tutti ed eventualmente uno o più tra quelli disponibili nell'elenco consegnato nella riunione e presente qui.

Il prossimo incontro martedì 13 settembre ore 21.00 sempre presso la biblioteca comunale.

Sono disponibili, in biblioteca, una copia dei libri letti in questo mesi, consultare l'archivio della biblioteca www.monteporziocultura.it/openbiblio/opac inserendo, nel campo di ricerca soggetto la dicitura  "gruppo di lettura" senza le virgolette, prelevare il codice e con quello richiedere il libro.

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Per chi ha intenzione di approfondire ancora l'argomento relativo al Buddha consiglio la seguente lettura (con introduzione a cura di Padre Luciano Mazzocchi):

È possibile rimanere cristiani diventando buddhisti? Questo nuovo libro di Paul Knitter offre la testimonianza di chi ha attraversato due volte la “frontiera” del buddhismo: prima per abbracciarlo, poi per tornare alla propria identità cristiana. Un’opera pionieristica che riflette i tempi attuali in cui l’identità religiosa di ciascuno è “plurale”, non “singolare”. Oggetto delle critiche teologiche del cardinale Ratzinger, che lo ha accusato di sostenere che la prassi è più importante del dogma, a Knitter è però riconosciuta la ricchezza dell’indagine: «L’ex prete cattolico Paul Knitter ha cercato di ovviare al vuoto di una teoria della religione ridotta a imperativo categorico, per mezzo di una nuova sintesi tra Asia e Europa ben più concreta e più ricca» (card. Ratzinger, Intervento a Guadalajara, Messico, del maggio 1996). Incapace di «fornire risposte belle e impacchettate», Knitter ci invita ad andare oltre la fideistica accettazione di ciò che abbiamo appreso nell’infanzia per fare proprie le cose in cui crediamo, affrontando una ad una le aporie irrisolte del cristianesimo e rifiutando il “mistero” come risposta di fronte alle grandi contraddizioni tra Dio e male e Dio e il mondo. Oggetto di questo libro è «l’avventura spirituale del nostro tempo»: ossia l’esperienza di passare a una diversa tradizione religiosa nella maniera più aperta, attenta e personale possibile, e poi di ri-passare alla propria religione, per vedere come “mettersi nei panni” di qualcun altro sul piano religioso possa aiutare a capire i propri per indossarli. Tutto ciò si rispecchia nella struttura dei capitoli: Knitter per prima cosa tratteggia un quadro dei combattimenti interiori da lui vissuti in un particolare ambito della fede e della pratica cristiane, quindi descrive come un buddhista potrebbe affrontare simili lotte e interrogativi. Infine compie il passaggio inverso ed espone quanto ha imparato dal buddhismo e ciò che pensa possa essere funzionale a un recupero e a un approfondimento della fede cristiana. Ecco come è possibile che «i geni teologici» della fede di Knitter siano sempre cristiani, nonostante il buddhismo continui a giocare un ruolo decisivo: «La mia preoccupazione principale è che i geni teologici che sto trasmettendo siano ancora cristiani, che la mia reinterpretazione del credo cristiano, per quanto davvero diversa, non sia totalmente diversa».

Fazi editore
collana
: campo dei fiori

data pubblicazione: 21/04/2011
prezzo in libreria: € 19,00

Paul Knitter, teologo cattolico “dissidente”, è professore di Teologia allo Union Theological Seminary di New York, cattedra Paul Tillich, ed è tra i maggiori sostenitori di un dialogo interreligioso. Autore dell’importante: No Other Name? del 1985, fu criticato, assieme all’amico John Hick, dal cardinale Ratzinger.

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—>> Per altri aggiornamenti consultare periodicamente il sito.

Incontro 21 giugno 2011

 

Il prossimo incontro, martedi 21 giugno 2011 ore 21.00.

 

 

E' stato proposto, nell'incontro precedente,  il seguente libro da leggere: CASALINGHITUDINE di Clara Sereni. (Argomento: universo famigliare)

Un romanzo straordinario, un libro-culto tradotto in diverse lingue che ha avuto un grandissimo successo anche negli Stati Uniti. Una storia personale e famigliare narrata attraverso il cibo. Il cibo privato, quello degli affetti e della cura, un linguaggio parallelo, in grado di raccontare qualcosa in più o qualcosa di diverso da quello che la parola dice. Semplici ricette scandiscono il racconto di una vita. Ogni piatto, ogni preparazione, rievoca un frammento di memoria, un incontro, un periodo. L'infanzia, i rapporti famigliari, l'amore, l'impegno politico, gli affetti, la maternità…
 

Brevi note bibiografiche

Nasce a Roma nel 1946. Figlia di Emilio, vive e si sposa a Roma, città nella quale rimarrà fino al 1991, anno nel quale si trasferisce a Perugia dove tutt'ora risiede.
Si impose all'attenzione della critica e del pubblico con il libro d'esordio: Sigma Epsilon (1974), una rivisitazione in chiave autobiografica del frenetico impegno politico che aveva caratterizzato la sua generazione. La sua seconda opera, Casalinghitudine, scritta tredici anni più tardi, è una specie di ricettario in cui ogni piatto è legato a un momento particolare del proprio passato, a un ricordo incancellabile. La sua fama si accrebbe con i racconti di Manicomio primavera (1989) e con il romanzo Il gioco dei regni (1993).

Il suo impegno è rivolto non solo alla letteratura, ma anche al sociale e nel campo politico. Nel capoluogo umbro ha rivestito la carica di vice sindaco, con delega alle Politiche sociali dal 1995 al 1997.
Nel 1998, a seguito di una vicenda familiare (il figlio Matteo è psicotico dalla nascita), promuove la Fondazione Città del sole – Onlus (di cui riveste il ruolo di presidente) che si impegna a favore prevalentemente di disabili psichici e mentali gravi e medio-gravi.

 

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Si è parlato anche H/H di Banana Yoshimoto.

“Tutti di solito sono convinti che le persone si separano perché una si è stancata dell’altra, per propria volontà o per volontà dell’altra persona. Ma non è così. I periodi finiscono, come cambiano le stagioni. Semplicemente. E’ una cosa su cui la volontà individuale non ha nessun potere. Viceversa, si ha la possibilità, fino a quando verrà quel giorno, di godere di ogni momento.
Noi due, fino all’ultimo istante, vivemmo nella serenità e nella gioia.”

Il volume contiene due racconti lunghi – Hard-boiled e Hard luck – entrambi ispirati a un tema ormai caro a Banana: quello della morte, declinato nel contrasto tra la sofferenza della perdita, la tentazione di ripiegarsi nel dolore e l’inarrestabile desiderio di rinascita.
Hard-boiled si svolge tutto nello spazio di una notte, ma è un tempo onirico, dilatato dai ricordi e sincopato da una fitta scansione di eventi, sogni, apparizioni e presagi. Dopo una gita solitaria, una giovane donna giunge in un paese dove decide di pernottare. Un’atmosfera sempre più inquietante s’impadronisce di lei e le fa rivivere momenti intensi e dolorosi del suo passato.
In Hard luck la giovane protagonista si reca tutti i giorni in ospedale a trovare la sorella Kuni, in coma per un’emorragia cerebrale. La malattia e, successivamente, la morte le permettono di pensare alla vita in un modo tutto nuovo che, fino a poco tempo prima, non avrebbe neppure immaginato.

Brevi note bibiografiche

Banana Yoshimoto, figlia di Takaaki Yoshimoto (noto anche come Ryūmei Yoshimoto), uno dei più importanti e famosi filosofi e critici giapponesi degli anni sessanta, è nata a Tokyo il 24 luglio 1964. La sorella di Banana, Haruno Yoiko, è una conosciuta disegnatrice di anime giapponesi. Si laureò al college delle arti della Nihon University con una specializzazione in letteratura. Durante quel periodo prese ad usare il suo pseudonimo, Banana, un nome che giudica "carino" e "intenzionalmente androgino".

Nel 1987, mentre lavora come cameriera in un golf-club, Banana comincia la sua carriera di scrittrice. Uno degli autori che la influenza maggiormente è Stephen King, specialmente per quanto riguarda le sue storie non horror. Con il migliorare della scrittura viene molto influenzata anche da alcuni pesi massimi della letteratura come Truman Capote e Isaac Bashevis Singer.

Il suo primo libro, Kitchen, ebbe un successo immediato con oltre 60 ristampe nel solo Giappone. Due film sono stati inoltre girati sul romanzo, uno per la TV giapponese e una versione prodotta a Hong Kong da Yim Ho nel 1997. Banana vinse, sempre per Kitchen, il 6th Kaien Newcomer Writers Prize nel novembre del 1987, l'Umitsubame First Novel Prize ed infine il 16° Izumi Kyoka Literary Prize nel gennaio del 1988.

I suoi lavori consistono in quindici romanzi e sette collezioni di scritti (che includono Pineapple Pudding e Song From Banana). I suoi lavori hanno venduto più di sei milioni di copie in tutto il mondo. Fra i suoi temi preferiti ci sono l'amore e l'amicizia, la potenza della casa e della famiglia e gli effetti della perdita sull'animo umano.

Per l'incontro successivo, fine settembre, si è pensato a Conoscere una donna di Amos Oz. (Argomento: amori difficili)

Documento .pdf con l'elenco dei libri presentato nella riunione del 24 maggio 2011 contenente la descrizione sintetica, editore, prezzo e disponibilità.

Incontro 24 maggio 2011

 

Il prossimo incontro, martedi 24 maggio 2011 ore 21.00, si parlerà ancora della cultura indiana.

 

 

Sono stati proposti, nell'incontro precedente,  i seguenti libri da leggere :

  • Le gesta del Budda (Asvaghosa)
  • Il mio oriente (Schopenhaur)
  • Diventare Dio (Pseudo Meister Eckhart)

Breve resoconto dell'incontro

Si è parlato delle due religioni indiane INDISTA e BUDDISTA, delle loro differenze. Poi è stata introdotta nella discussione la poesia di Giosue Craducci "Canto notturno di un pastore errante dell Asia" (ho messo a lato la lettura della poesia fatta da Arnoldo Foa), e Luca ha detto che c'è un forte legame di questa poesia con le religioni indiane come d'altra parce c'è un forte legame anche con il libro di Terzani "La fine è il mio inizio".

Qual'è la differenza tra Induismo e Buddismo?

L'induismo è un sistema composto di religione, di filosofia e di pratiche culturali nate in India. Gli induisti condividono una credenza basilare nella reincarnazione e in un essere supremo che ha molte forme e molte nature. Risale al 1500 a.C. come sistema di riti e di molteplici divinità {politeismo) e sono poche le pratiche e le credenze che possono dirsi condivise da tutti gli induisti. La gran maggioranza dei 750 milioni di induisti nel mondo vive in India, adora Shiva, Vishnu o Devi, ma adora anche svariati milioni di divinità minori legate a villaggi o a famiglie particolari. L'induismo afferma che le teorie religiose opposte sono aspetti di una sola verità eterna. Il suo obiettivo è di essere liberati dall'ignoranza per raggiungere il Nirvana, che consiste nel diventare uno con l'unicità dell'universo.

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Le gesta del Buddha

Le gesta del Budda (Asvaghosa)

La vita del Buddha – scrive Alessandro Passi – è innanzitutto una grande favola: la storia del bellissimo principe che il padre vuole tenere all'oscuro degli orrori dell'esistenza, e invece accidentalmente li scopre. I mali in questioni sono radicati nello stesso esistere dell'uomo: la malattia, la vecchiaia, la morte. E tali mali non possono essere eliminati dal padre, che pure progetta per il figlio il migliore dei mondi immaginabili. In questo libro, Le gesta del Buddha, ci viene raccontato il percorso di apprendimento svolto dal Buddha, che impara a relazionarsi a questi grandi mali, che solo apparentemente sono invincibili.

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Il mio oriente

Il mio oriente (Schopenhaur)

Tratto da: "E Schopenhauer incontrò Buddha di Franco Marcoaldi – 28/05/2007"
Fonte: La Repubblica [scheda fonte]

La tradizione vuole che il principe Siddhartha Gautama (poi Buddha: il risvegliato), dopo aver vissuto una gioventù dorata, tra mille donne e mollezze d´ogni genere, ebbe la ventura di incontrare la sofferenza sotto le sembianze successive di un mendicante, un malato, un vecchio e un morto. Bastò questo perché il giovane Siddhartha abbandonasse agi e ricchezze e concentrasse tutte le sue forze sulla soluzione di un unico, immenso problema: come sradicare il dolore, che, a suo dire, nasce dalla continua sete dell´Io, destinata inevitabilmente alla frustrazione.

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Diventare DIO

Diventare Dio (Pseudo Meister Eckhart)

L'insegnamento di sorella Katrei
(da ricerche in internet)

L’opera di Eckhart in particolare è un grandioso tentativo di fondazione della fede attraverso la riscoperta del divino che si nasconde nel fondo dell’anima dell’uomo; una riscoperta la cui necessità viene esaustivamente argomentata con i mezzi del discorso filosofico.

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Incontro 12 aprile 2011

Ore 21.00.

Si discuterà del libro di Hermann Hesse "Siddharta" scelto nell' incontro precedente.

L'incontro è aperto a tutti anche a chi non ha partecipato al primo incontro, a chi non ha letto il libro… con la massima liberta per tutti.

Si deciderà poi il prossimo libro da leggere.

NOTA. L'incontro si svolgerà nei locali della Biblioteca del Comune di Monte Porzio (PU) in P.zza Garibaldi 3 (secondo piano).

Resoconto dell'incontro.

Breve riassunto del libro Siddharta.

Figlio di un sacerdote bramino, Siddharta si dimostra presto uno spirito diverso e superiore; apprende le dottrine sull’Atman, quelle che parlano di unità tra individuo e anima universale, è benvoluto da amici e parenti, in particolare dal suo coetaneo Govinda che è convinto che gli dei abbiano in serbo per il suo compagno un destino superiore, eppure il giovane non è soddisfatto di sé e della sua vita.
Un giorno Siddharta incontra i Samana, gli asceti vagabondi che praticano il digiuno e il disprezzo del mondo; di fronte alla loro passione che li spinge alla rinuncia e all’annientamento della personalità decide di seguirli insieme a Govinda.
Cominciano così a praticare assiduamente gli esercizi e i digiuni della vita ascetica, soprattutto Siddharta, che impara a distaccarsi completamente dall’Io, riuscendo a divenire pietra, avvoltoio o scheletro, però ben presto lo assalgono i dubbi, perché riesce a distaccarsi ma al suo Io poi deve sempre fare ritorno, la liberazione non è mai completa, ed è perplesso anche perché riflette sul fatto che il suo maestro, il più anziano dei Samana, non ha ancora raggiunto il Nirvana, la liberazione dal ciclo delle nascite e delle morti, né mai lo raggiungerà.
Siddharta è convinto che nella ricerca della beatitudine non si può imparare niente che non si trovi già all’interno della propria vita, e questa convinzione si rafforza maggiormente dopo aver incontrato il Buddha, un uomo liberatosi dalla ruota delle reincarnazioni, che gira per il paese predicando, col quale ha un lungo colloquio in cui gli espone le proprie perplessità, ma che non segue, al contrario di Govinda, perché deve trovare da solo una via personale.
Ora Siddharta è consapevole che nel cammino della conoscenza gli è mancato un elemento fondamentale: se stesso. Non è più tempo di pensare al passato, adesso lo aspetta la vita.
Il sole, l’aria, gli uccelli, le notti, gli animali, tutto ciò che aveva considerato illusione, il mondo intero, ora gli appare bello, e così riconfortato prosegue la sua ricerca, che solo a questo punto comincia veramente, e che lo porterà ad attraversare esperienze diverse, dalla sensualità (l’amore per Kamala), al materialismo (il commercio), allo scoramento (l’idea del suicidio), al misticismo (l’illuminazione).

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Conclusioni

Il racconto della vita di Siddharta insegna a ricavare il massimo dalla vita apprezzando ciò che ci circonda e sfruttando al massimo le proprie capacità e il proprio potenziale, ma ci fa anche capire che non bisogna perdere di vista né la propria meta, né i propri punti di riferimento e che bisogna dare ascolto soprattutto all’istinto, che magari lì per lì ci può far sbagliare, ma ciò che è fatto d’istinto è sempre la migliore esperienza di vita possibile.

L’ultima affermazione dell’autore è che la saggezza non si può trasmettere come le conoscenze, ma ognuno deve maturare interiormente fino a raggiungere questo stato mentale.


Per il prossimo incontro, martedi 24 maggio 2011 ore 21.00, è stato deciso di fare ancora un incontro sulla cultura indiana.

Sono stati proposti i seguenti libri da leggere (VEDI COMMENTO):

  • Le gesta del Budda (Asvaghosa)
  • Il mio oriente (Schopenhaur)
  • Diventare Dio (Pseudo Meister Eckhart)

Biografie

Asvaghosa.

Visse con ogni probabilità agli inizi del II secolo d.C., e che oltre alle Gesta del Buddha due sole delle numerose opere a lui assegnate dalla tradizione devono essere considerate autentiche: i frammenti della Sariputra, dramma in nove atti, e Nanda il Bello, un mahakavya (poemetto epico-religioso) sulla conversione di Nanda, fratellastro di Buddha.

 

 

Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860).

Figlio di un ricco mercante, Heinrich Floris, e di una scrittrice, Johanna   Henriette Trosiener, nel 1805, alla morte del padre, si stabilì a Weimar con la madre. Qui conobbe Christoph Martin Wieland e Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Con buoni studi alle spalle, dopo la morte del padre nel 1805, decise di dedicarsi alla filosofia e frequentò i corsi tenuti da Gottlob Ernst Schulze a Gottinga e quelli di Johann Gottlieb Fichte a Berlino.
Nel 1809 s'iscrisse alla facoltà di medicina a Gottinga. Due anni dopo, nel 1811, si trasferì a Berlino per frequentare i corsi di filosofia. Ingegno molteplice, sempre interessato ai più diversi aspetti del sapere umano (frequentò corsi di fisica, matematica, chimica, magnetismo, anatomia, fisiologia, e tanti altri ancora), nel 1813 si laureò a Jena con una tesi Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente e, nel 1819, pubblicò la sua opera più importante, Il mondo come volontà e rappresentazione che ebbe tuttavia scarsissimo successo tra i suoi contemporanei e che incominciò a ricevere qualche attenzione solo vent'anni dopo.
Dopo aver girato in lungo ed in largo l'Europa, e dopo una breve parentesi da libero docente universitario a Berlino (1820), dal 1833 decise di fermarsi a Francoforte sul Meno dove visse da solitario borghese, celibe, misogino.
Morì di pleurite acuta nel 1860. (Tratto da Wikipedia)

Eckhart von Hochheim,

meglio conosciuto come Meister Eckhart (in italiano: Maestro Eckhart; Tambach-Dietharz o Hochheim, 1260 – Colonia o Avignone, 1327/1328), è stato un teologo e religioso tedesco.

 

 

 

NOTA. Per avere informazioni sui libri inviare una Email a: monteporziocultura @ monteporziocultura. it

Incontro del 10 marzo 2011

Ieri sera c'è stato il primo incontro del GRUPPO DI LETTURA "le parole" al quale ha partecipato una decina di persone. La discussione é stata molto interessante: Gianluca Chiocci ha parlato di diversi argomenti inerenti ai libri e alla lettura in genere e dopo uno scambio di idee, si è deciso di leggere il libro di Hermann Hesse "Siddharta", che poi sarà analizzato e discusso nella prossima riunione del 12 aprile.

Se c'è qualcuno interessato a partecipare, basta presentarsi in biblioteca in P.zza Garibaldi 3 a Monte Porzio. La partecipazione è libera (anche non avendo letto il libro), è gratuita e in qualsiasi momento si può lasciare il gruppo.

Di seguito viene inserita una breve sintesi tratta da Wikipedia.

Considerato dallo stesso Hesse come un "poema indiano", il romanzo presenta un registro molto originale che unisce lirica ed epica, ma anche narrazione e meditazione, elevazione e sensualità, e che lo rende tuttora affascinante.

Il successo del libro arrivò un ventennio dopo la pubblicazione e sulla scia del Premio Nobel conferito ad Hesse nel 1946, e fu frutto soprattutto dei giovani che fecero della figura di Siddharta un compendio dell'inquietudine adolescenziale, dell'ansia di ricerca di se stessi, dell'orgoglio dell'individuo davanti al mondo ed alla storia, accomunati in un rifiuto senza appello.

Il protagonista è Siddharta, un uomo che, per tutta la vita, è tormentato da dubbi esistenziali; soltanto alla fine troverà la liberazione. Come personaggi secondari, troviamo:

  • Govinda, il migliore amico di Siddharta, animato da una grande devozione nei suoi confronti; lo abbandonerà in seguito all'Incontro con Gautama, il Buddha, del quale si farà discepolo.
  • Kamala, una ricca, bella ed intelligente cortigiana con cui Siddharta condivide le gioie dell’amore; il suo palazzo è circondato da un vasto "giardino di delizie".
  • Kamaswami, un potente mercante, che offre un impiego di prestigio a Siddharta e gli permette di arricchirsi.
  • Vasudeva, un vecchio barcaiolo, con cui Siddharta trascorrerà alcuni anni. È un uomo molto saggio che, ascoltando il fiume, ha trovato la pace.

Note biografiche dell’autore:
Hermann Hesse
(Calw, 2 luglio 1877 – Montagnola, 9 agosto 1962) è stato uno scrittore, poeta e pittore tedesco.
Ha scritto i romanzi Peter Camenzind, Demian, Siddharta, Il lupo della steppa, Narciso e Boccadoro, Il mago della pioggia, Il gioco delle perle di vetro.
Nel 1946 gli fu conferito Il Premio Nobel per la Letteratura.

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Arnoldo Foa legge Leopardi

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