Archive for dicembre, 2019

Gruppo di Lettura – Libri in lettura per il 28 gennaio 2020

Dalla A di Angelica alla Z di Zina, Camilleri racconta le donne che hanno incrociato la sua strada di uomo, prima che diventasse lo scrittore più amato d'Italia. Creature misteriose, soavi e inebrianti come la Sicilia, femmine scandalose, testarde, fragili. Un'autobiografia d'amore, una raccolta di storie indimenticabili piene di sensualità, alla ricerca del mistero racchiuso nei cuori e nelle menti delle donne.        

 

 

 

 

 

 

 

Tre storie diverse, la stessa città – Roma, all’inizio degli anni ottanta – e lo stesso destino: smettere di essere soltanto figli, diventare genitori. Eppure Luciana, Valentina, Cecilia non sono certe di volerlo, si sentono fragili, insofferenti. Così come sono confusi, distanti, presi dai loro sogni i padri. Si può tornare indietro, fare finta di niente, rinunciare a un evento che si impone con prepotenza assoluta? Luciana lavora in un giornale che sta per chiudere. Corre, è sempre in ritardo, l’uomo che ama è lontano, lei lo chiama l’Irlandese per via dei capelli rossi. Valentina ha diciassette anni, va alle superiori ed è convinta che da grande farà la psicologa. Appena si è accorta di essere incinta, ha smesso di parlare con Ermes, il ragazzo con cui è stata per qualche mese e che adesso fa l’indifferente, ma forse è solo una maschera. Cecilia vive fra una casa occupata e la strada, porta un caschetto rosa e tiene al guinzaglio un cane. Una sera torna da Gaetano, alla tavola calda in cui lavora: non vuole nulla da lui, se non un ultimo favore. A osservarli c’è lo sguardo partecipe di un io che li segue nel tempo cruciale della trasformazione. Un giro di pochi mesi, una primavera che diventa estate. Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela. Lontano dagli occhi è una dichiarazione d’amore al potere della letteratura, alla sua capacità di avvicinare verità altrimenti inaccessibili. Ricostruendo con la forza immaginifica della narrazione l’incognita di una nascita, le ragioni di una lontananza, Paolo Di Paolo arriva a rovesciare la distanza dal cuore suggerita dal titolo. Una storia sul peso delle radici, su come diventiamo noi stessi.

Da "Il fatto quotidiano" del 30/12/2019

Libro/i in lettura – 17 dicembre 2019

Estate 1946. Un giovane uomo solca per diporto le acque del Lago Maggiore; conosce così l'enigmatico dottor Orimbelli, che lo invita a casa sua, dove vive con la moglie molto più anziana e la bella cognata Matilde, vedova. Il giovane – attratto e nello stesso tempo respinto dal mistero che si respira nelle stanze della villa – finisce con l'accettare l'ospitalità di Orimbelli. Un tragico avvenimento viene però a turbare il clima tranquillo dell'estate, e quello che fino a quel momento è stato un fine ritratto della vita di provincia assume all'improvviso i contorni del giallo, tingendo di colori insospettati un romanzo sapido e intenso, indimenticabile capolavoro della narrativa del Novecento.    

 

 

 

 

 

 

 

“Nicola e Lupo non erano fratelli e basta, non erano sangue e basta, erano più della guerra, erano più dell’anarchia, erano stati covati dal mondo per esistere insieme, dovevano esserci per forza nello stesso momento. Lupo e Nicola nascono alle soglie del secolo nuovo, il Novecento, ultimi della progenie di Luigi Ceresa, fornaio nel borgo marchigiano di Serra de’ Conti. La vita dei Ceresa è durissima, come quella di tutti gli abitanti di Serra, miserabili mezzadri che vedono morire i figli uno dopo l’altro. Lupo, vigoroso e ribelle, e il fragile Nicola sopravvivono, forse in virtù della forza che li unisce pur nella loro diversità. Zari nasce in Sudan, ma viene rapita ancora bambina e convertita: pochi sanno che questa è l’origine della Moretta, la badessa del convento di clausura di Serra, che con la sua musica straordinaria e la sua forza d’animo è punto di riferimento per tutta la comunità. Ma il vento della storia soffia forte: le idee socialiste e quelle anarchiche, capaci di aprire gli occhi a quei ragazzi cresciuti nella fame, la Settimana Rossa del ’14, la Grande Guerra, l’epidemia di Spagnola. Per Lupo, Nicola e la Moretta non sarà semplice resistere e scoprire il segreto che ha tenuto legate le loro esistenze.

Incontro con Gabriella La Rovere – 10 dicembre

Martedì 10 dicembre 2019 ore 21 presso la Sala consiliare del Comune di Monte Porzio PU, si parla del libro "Mi dispiace, suo figlio è autistico" l'ultimo lavoro di Gabriella La Rovere. Sarà presente la scrittrice.
Gabriella La Rovere è un medico. Ma, soprattutto, è la mamma di Benedetta. Quando aveva circa un anno, una notte, la piccola ha lanciato un urlo tale che la mamma ha pensato potesse avere male alle orecchie. Il mattino successivo, Gabriella l’ha portata con sé in ospedale, dai colleghi. Benedetta è finita sul lettino del neuropsichiatra. «Lui ha cominciato a giocarci, e per la prima volta io ho guardato mia figlia con gli occhi di un medico. Poi il collega si è rivolto a me: “Ti sei accorta che tua figlia è autistica?”. Sentivo il pavimento che crollava sotto i miei piedi, e ho annuito», ricorda la mamma.
Mi dissero anche che mia figlia non sarebbe mai arrivata a compiere tre anni, e che comunque, anche fosse successo, non avrebbe mai parlato. Non so come ho fatto a non diventare pazza».
Invece Gabriella ha deciso che quella non sarebbe stata la fine, ma un inizio. Annientata dal dolore, la sera è andata a lavorare: le spettava il turno di notte. «I colleghi mi incoraggiavano a starmene a casa, ma io risposi: “Lasciatemi lavorare”. Intanto decisi che, da quel momento, avrei fatto un passo alla volta, insieme a Benedetta. Sapevo quali sarebbero state le difficoltà che mi sarei trovata di fronte, ma ho voluto provare a superarle. Mi sono scordata le parole di chi mi aveva detto che sarebbe morta a breve, e ho guardato al traguardo successivo: parlare. Camminare. Continuare a vivere».
È stato un percorso faticosissimo e difficile. Gabriella ha capito molte cose e imparato tanto e, riscoprendo un’antica passione e un talento per la scrittura, ha voluto condividere la sua storia e le sue scoperte in questo libro.
Info: 0721 956000 , monteporziocultura@monteporziocultura.it
INGRESSO LIBERO

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Alberto Lupo legge Kipling “SE”

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Arnoldo Foa legge Leopardi

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