Festa della donna 2017

I PICCOLI PASSI DI UN’EMANCIPAZIONE INCOMPIUTA

(Una nota di Valeria G.)

  • 1956: La corte costituzionale abolisce lo IUS CORRIGENDI, cioè il diritto da parte dell’uomo di colpire la moglie per errori nell’educazione dei figli (prima del 2015 per unirsi in matrimonio ci vogliono pochi secondi, per separarsi fino a tre anni)
  • 1975: Abolizione della POTESTA’ MARITALE. Con il nuovo diritto di famiglia ora i coniugi hanno pari diritti
  • 1981: Con la legge 442 del 2 agosto viene abolito il DELITTO D’ONORE. Prima di questa data colui che uccideva la propria moglie o sorella sotto l’ira per l’offesa del proprio onore aveva diritto a sconti di pena da 3 a 7 anni
  • 1981: Viene abolito IL MATRIMONIO RIPARATORE, cioè l’estinzione del reato di violenza carnale nel caso in cui lo stupratore di una minorenne accondiscenda a sposarla per salvare l’onore della famiglia
  • 1996: Legge 66: la VIOLENZA SESSUALE viene finalmente riconosciuta come reato contro la persona e non più contro la morale pubblica ed il buon costume
  • 2001: Legge 154 del 4 aprile: IL GIUDICE PUO’ PRENDERE MISURE PER CONTRASTARE LA VIOLENZA NELLE RELAZIONI FAMILIARI, come l’allontanamento del familiare pericoloso dal domicilio comune, impedirgli l’avvicinamento ai luoghi frequentati dalla famiglia, imporgli il pagamento di un assegno di mantenimento al nucleo famigliare rimasto privo di sostegno economico a causa del suo allontanamento
  • 2009: Legge 38 del 23 aprile: VIENE RICONOSCIUTO IL REATO DI STALKING E PERSECUZIONE ( emerge un fenomeno dalle dimensioni inquietanti)
  • VIENE ISTITUITO IL TELEFONO ANTIVIOLENZA 1522

 

Se si sono raggiunti questi risultati legislativi è grazie alle battaglie dei movimenti femminili o femministi che dir si voglia, ma c’è ancora molta strada da fare per conseguire una sostanziale uguaglianza di diritti uomo-donna, come ad esempio l’equiparazione degli stipendi a parità di mansione, che in molti paesi europei è cosa fatta da tempo.

Ciò non significa misconoscere la differenza fra i due sessi, poichè la corporeità ha la sua importanza ed anche la psiche pensa ed elabora con sfumature diverse tra i due generi, ma questo non deve diventare un presupposto per discriminare o escludere. La famiglia umana è una, al di là della razza, dell’appartenenza religiosa o dell’identità sessuale, oggi  a quanto pare sempre meno definita e definibile,

Le lotte delle donne nei paesi occidentali, dopo la forte caratterizzazione negli anni delle battaglie per la regolamentazione delle pratiche abortive, prima illegali e spesso causa di morte, oggi si ascrive nel più ampio universo delle rivendicazioni per la conquista e la tutela dei diritti umani in quanto tali. Si tratti di bambini, di minoranze etniche, di anziani, o portatori di qualche handicap…ognuna di queste battaglie rappresenta semplicemente il desiderio e la necessità di vedere riconosciuta la propria persona e di avere tutti le medesime opportunità di accesso ad una condivisa idea di felicità.

Mentre da un lato sembra che le donne dei paesi occidentali godano di grandi libertà e benefici, se paragonati alle immense privazioni delle nostre compagne nei paesi islamisti più radicalizzati, è pur vero che continuiamo ad essere uccise, seviziate, abusate, discriminate, escluse. Molti fattori, tra cui la non trascurabile difficoltà occupazionale,  esasperano rapporti famigliari già di per sé conflittuali che, non sapendo gli attori come gestire, spesso sfociano in atti criminosi degni della barbarie più estrema, senza che si sia avuta la forza o l’opportunità di farsi aiutare, esternando il proprio dolore e magari trovando soluzioni concilianti ed incruente.

Certamente una cosa da fare subito è non piangersi addosso ma rimboccarsi le maniche e cercare di agganciare il nostro disagio esistenziale a quello di altri o altre. La solitudine infatti deprime o arroventa ancor di più odii e rancori, mentre è nel confronto e nella solidarietà che si acquisiscono consapevolezze e competenze per costruire strategie rivendicative mirate ed efficaci. Il gesto isolato colpisce e destabilizza solo momentaneamente senza risolvere nulla, mentre un’azione congiunta può raggiungere qualche risultato.

Ma ciò che soprattutto va fatto è capire che la nostra dignità non è nelle mani del mondo ma di noi stesse. Siamo solo noi che studiando, informandoci, crescendo sia intellettualmente che esperienzalmente, possiamo comprendere il nostro valore, stimarci e volerci bene.

Dobbiamo essere noi a farlo prima di pretenderlo dagli altri, solo così  possiamo sperare di compiere qualche altro passo…

Dunque, care ragazze, non buttiamoci via, divertiamoci pure ma non perdiamo tempo nè diamo importanza a cose che non ne hanno, coltiviamo le nostre anime e non solo i nostri corpi, diventiamo luce per questa umanità sempre più ottenebrata ed ispirazione per opere ed azioni che servano a tutti, frantumando ogni idea di vittoria o di potere di un essere su un altro essere e cercando solo l’essenziale: la pace, la giustizia, la libertà.

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